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RENDERE UNA SFIDA CONCRETA

‘The Smile’ è un vivido esempio delle potenzialità offerte dal legno di latifoglie CLT, nonché il risultato di eccezionali competenze di lavorazione.   Il progetto ha rappresentato una sfida considerevole dal punto di vista della realizzazione e delle dimensioni dell’opera, oltre ad aver sottolineato la bellezza delle costruzioni in legno lamellare. 

Secondo Andrew Lawrence, specialista globale di legno presso Arup: “Questo progetto è senza dubbio la struttura in CLT più complessa mai realizzata. ‘The Smile’ ha rappresentato una sfida considerevole dal punto di vista della realizzazione e delle dimensioni dell’opera, oltre ad aver sottolineato la bellezza delle costruzioni in legno lamellare”.

La struttura non è solo a doppio cantilever, ma la porta di ingresso al centro è posizionata esattamente nel punto in cui le sollecitazioni sono maggiori. La risoluzione di tali problematiche ha fornito insegnamenti utili applicabili non solo a questa struttura, ma anche alle future applicazioni in legno CLT. 

“Sebbene si tratti di una scultura,” prosegue, “l’opera è effettivamente una trave a sbalzo lunga 20 metri, simile a quelle utilizzate per stabilizzare gli immobili. Il peso di 60 occupanti in corrispondenza di un’estremità della trave equivale al carico di vento su un edificio alto cinque piani. Fino ad ora nessuno aveva mai usato il legno per realizzare una struttura dal design così sottile.” 

Per Lawrence, una delle prime sfide è stata stabilire le proprietà dell’American tulipwood a cui si sarebbe appoggiato il progetto. La resistenza del legno CLT derivava da prove condotte su 100 assi di tuliper 15 anni prima 

e il design doveva prendere in considerazione una serie di circostanze particolarmente esigenti. La forma e i carichi implicavano che la struttura sarebbe stata in tensione in alto sulla porta e in compressione nel pavimento sotto quest’ultima.  Oltre alla posizione della porta, occorreva anche riflettere sull’appoggio della struttura sulle fondamenta in legno. Queste hanno dimensioni limitate e sono parzialmente sepolte nel suolo per ridurne l’impatto visivo, ma sono pur sempre sufficientemente grandi da evitare il capovolgimento della costruzione. Le fondamenta sono inoltre appesantite mediante l’impiego di pesi in acciaio all’interno della scatola di legno. 

Un’ulteriore considerazione è legata al comportamento dei visitatori. I designer hanno dovuto supporre che tutti i visitatori si sarebbero potuti trovare in corrispondenza di una delle estremità della struttura in un dato momento; inoltre, vi era anche il rischio che la costruzione potesse piegarsi su un lato a seconda della concentrazione del peso degli utenti.

La struttura avrebbe dovuto anche essere abbastanza resistente da scongiurare il rischio di distorsione (passando da sezione quadrata a un romboide) a causa dell’azione di vento forte su una delle estremità con forza equivalente a 10 tonnellate. Per tale ragione sono state introdotte connessioni resistenti a momento in corrispondenza della giunzione tra parete e soffitto al fine di ridurre la quantità di distorsione. Tutte le connessioni sono state ottenute con viti autofilettanti di lunghezza pari a circa 400 mm e posizionate con estrema cura. 

Un’altra difficoltà era invece legata alla dimensione dei componenti. Il legno CLT è solitamente prodotto in pannelli di grandi dimensioni; in questo caso, tale caratteristica costituisce una necessità, in quanto non sarebbe stato possibile introdurre una giunzione al centro dove la struttura è maggiormente sollecitata. 

Una volta superate le difficoltà iniziali, l’assemblaggio si è rivelato relativamente semplice: “Quasi come montare un mobile dell’IKEA, anche se molto più grande” − spiega Lawrence.